domenica 25 dicembre 2011

La notte di Natale

Un rumore inaspettato mi sveglia in piena notte. Assonnata e con la testa che mi scoppia cerco di tirarmi giù dal letto. Sono lenta e pesante.
Forse il prosecco a stomaco vuoto non è stata una grande idea, anche il vino, bianco poi che neanche mi piace. Ma l'acqua c'era?
Sono lenta. Mi trascino in salotto con enorme fatica. Pensieri mi si accalcano nella testa ma è faticoso pure cercare di mettere ordine. La cena, la serata, i messaggi ricevuti e quelli non ricevuti, il vino.... ah già il rumore. Cos'era il rumore? Fosse stato un pericolo sarei probabilmente già morta, allora sarà qualcosa di non pericoloso (che palle!), bah.
Arrivo in salotto seguendo i rumori che non accennano a diminuire e mi ritrovo davanti due piedi che sbucano dal camino. E' notte ma la stanza è illluminata dalle luci dell'albero. Il tipo incastrato nella canna fumaria si accorge di me e mi chiama. "Hey, non stare lì con quell'aria imbambolata, vieni a darmi una mano". Rimango ancora un pò indecisa sul da farsi. Perchè quando arrivano ospiti inattesi sono sempre impresentabile? Il pigiama da power ranger e i calzettoni rosa me li potevo pure risparmiare, almeno a Natale, ma tanto chi doveva vedermi?
Il tipo continua a muovere i piedi freneticamente e a lamentarsi.
E' stato l'alcol sicuramente, ho bevuto troppo. No, questi sono più i sintomi di un'intossicazione alimentare. Passo in rassegna tutto quello che ho mangiato, non era poi tanto. Bignè farciti, tartine e tartellette, pasta con il sugo di pesce. No, forse i fritti. Ma erano solo due. Dev'essere stato il dolce. Il panettone con lievito naturale continua a lievitare dentro di me e a volteggiare tra l'esofago e l'intestino in cerca di un'uscita. Improvvisamente un gran botto e una nuvola di fumo. No, non sono esplosa, il tizio è riuscito a liberarsi e tossisce affannosamente seduto con le chiappe nella cenere. "Beh, certo non mi sei stata di grande aiuto. Aiutami ad alzarmi!"
Siamo uno di fronte all'altra, ci guardiamo entrambi perplessi. Un'uomo grasso con una lunga barba grigia e un improbabile vestito rosso è in piena notte nel mio salotto. Deve venire dal nord, penso. Daltronde anche lui probabilmente si chiederà se non ha sbagliato casa. Dopo tutta quella fatica si ritrova davanti una rincoglionita mezza ubrica vestita da supereroe che lo guarda curiosa.
"Oh, finalmente. Ci siamo" mi dice. Ci siamo dove? Ci siamo chi? Mi chiedo. "Ho qualcosa per te", continua e mi mostra un pacchettino anch'esso rosso, "qualcosa che desideri molto". Santo cielo, che culo! Eh no, aspetta un attimo, dov'è la fregatura? Niente di quello che desidero davvero potrebbe mai entrare in un pacchetto così piccolo. O frose si. Un contratto di lavoro? Le chiavi di quella casetta nel nulla? No, quella non aveva neanche le porte. "Mi stai prendendo per il culo" gli dico. Silenzio.
"Dov'è la tua famiglia?" mi chiede. "Sto cercando di smettere" gli rispondo infastidita. Poi ritratto "i bambini sono con il papà, stanotte tocca a lui". "Serata libera allora!" e ride, lo stronzo. Il suo sorriso calmo e sereno mi infastidisce ancora di più ma è notte, sono stanca e poi ha ragione lui, questa è la mia serata libera e non voglio incazzarmi. "Torniamo a noi" gli dico, cercando di ridarmi un contegno. "Hai qualcosa per me, cos'è?"




Non lo saprò mai, credo, a meno che stanotte non continuerò il sogno da dove l'ho interrotto. Il pacchettino rosso resterà un mistero. Cos'è che desidero da tempo e che ancora non ho? cos'è?....

martedì 20 dicembre 2011

La quiche da incorniciare

E' proprio così, leggete la ricetta di questa pasta e incorniciatela, è davvero spettacolare. Si, è vero, forse comincio ad essere un pò di parte, ma Felder si conferma un mito anche nella pasticceria salata.
La scusa per provare questa ricetta, che mi ronzava intorno già da un pò è, come al solito, la necessità di "far fuori". Stavolta ci stavano per salutare la ricotta e i formaggi (misti, che in casa non mancano mai), ed ecco la solita torta "svuotafrigo". Ma la pasta altro che solita (brisèe o sfoglia che sia), questa è una meraviglia, veloce, delicata, resistente e buonissima.
(La foto è davvero terribile, ma è fatta con l' Iphone, di sera con una luce schifosa e poi lo so che nella quiche non ci vanno le striscioline sopra ma il ripieno avevo paura che fosse troppo morbido).



Ingredienti per la pate a quiche di Felder:
200 gr di farina
90 gr di burro morbido
1 uovo
20 gr acqua 
sale

Fare la fontana con la farina e metterci il burro morbido a pezzi. Sabbiare la farina, aggiungerci l'uovo, il sale e l'acqua. Lavorare bene, formare una palla, avvolgerla con la pellicola e lasciarla riposare in frigo per almeno due ore.
Stenderla (non troppo sottile) e farcirla a piacere.

Il mio ripieno prevedeva:
ricotta mista
carciofi
formaggio pecorino morbido
gruvier
1 uovo

Saltare in padella con aglio e peperoncino i carciofi tagliati fini, salare e lasciare intiepidire. Accendere il forno a 180° e tagliare i formaggi a dadini piccoli. In una ciotola mischiare i carciofi (scolati), la ricotta, i formaggi e l'uovo e salare. Stendere la pasta su uno stampo per crostata precedentemente imburrato. Versare l'impasto e infornare per 30 minuti. Servire tiepida.
Buon appetito!

sabato 17 dicembre 2011

torta angelica (ricetta delle Simili)

Che bella serata! Musica (e che musica!), bella compagnia e tanto da mangiare. La tavola imbandita era un tapis roulant di portate di tutti i tipi e di tutti i sapori. C'erano torte salate, formaggi freschi, mozzarelline, tramezzini, pomodori e friselline e, per il secondo round, i dolci (core meu) tra cui la torta al cacao e pere di Paola, i pesci di pasta di mandorle, biscotti, torta alle noci, la torta pasticciotto galatinese (grazie Antonio) e altri.
Profumo di Natale nell'aria e la voglia di fare, fare e ancora fare.
Nuova ricetta dai sapori invernali, tradizionale nella base ma con delle varianti e dei suggerimenti.
La foto non è mia (lo confesso, ma non ho fatto in tempo a fotografarla - troppe cose da fare ed è finita subito! - ma era più o meno uguale).



Per quanto riguarda l'impasto ed il procedimento in rete si trova più o meno la stessa versione (delle sorelle Simili appunto) ma sulla farcitura ce n'è per tutti i gusti. La mia è questa.

Ingredienti:
per l lievitino:
135 gr Manitoba
13 gr lievito birra
75 gr acqua

per l'impasto:
400 gr Manitoba
75 gr zucchero
120 ml latte tiepido
3 tuorli 
1 cucchiaino di sale
120 gr burro morbido

per il ripieno: (e quì come ho detto vi potete davvero sbizzarrire)
due bei cucchiai di marmellata di arancia di quelle buone, dense e con le scorzette
600\700 gr di noci (ancora con il guscio)
300 gr circa di uvetta

ripieno classico:
75 gr di uvetta
75 gr di scorza di arancia
50 gr di burro fuso

altre varianti che si trovano in rete prevedono:
cioccolato fondente nacinato grossolanamente
pinoli
mandorle
nocciole
e chi più ne vuole più ne mette

C'è chi ci va delle glassature (coprente o velante).
Per la glassa velante:
+ 4 cucchiai di zucchero a velo
1 albume

Per la glassa coprente:
150 gr di zucchero a velo
1 albume

Cominciare con il lievitino: Fare la solita fontana con la farina, sbriciolare al centro il lievito e scioglierlo con l'acqua tiepida. Formare una palla e lasciarla lievitare per un'ora almeno.
Lasciando il lievitino da parte, procedere con l'impasto. Al centro della farina mettere il burro morbido a fiocchi, Una volta che l'impasto e abbastanza sabbiato aggiungere i tuorli, lo zucchero, il sale e sciogliere con il latte tiepido. Lasciare lievitare per almeno due ore.
Stendere un rettangolo (più o meno, la necessità è quella di avere un lato lungo) spesso circa 3-4 mm e intanto sciogliere la marmellata in un pentolino con un pò d'acqua (il sapore della marmellata si deve appena sentire, non deve prevalere). Spennellare la superficie della sfoglia con la marmellata e farcire con il ripieno prescelto. Arrotolare sul lato lungo e tagliare l'impasto in due nel verso della lunghezza (e si avete capito bene, va proprio tagliato!) e arrotolare i due "serpenti" traboccanti con il lato aperto verso l'alto. Formare una ciambella e lasciarlo lievitare coperto per un'altra ora o comunque fino al raddoppio. Cuocere in forno preriscaldato a 200° (dice la ricetta ma anche 180° va bene) per 40 minuti. In verità io ho seguito la ricetta e l'ho infornato a 200° ma poi ho abbassato a 140° e coperto con l'alluminio. Insomma bisogna regolarsi con il proprio forno, io ero ospite di un'altro forno e ho fatto così. Lasciare freddare e cospargere con zucchero a velo. Buon appetito!

giovedì 15 dicembre 2011

Di frolle lievi e disegni sottili

Ancora frolle direte voi. Eh si ma d'altronde mi devo allenare con le ricette di base. Questa ricetta è dell'altro guru della pasticceria che preferisco (sempre dopo l'Inattaccabile!), Maurizio Santin. E' una frolla delicata ma croccante e molto fine (questo per l'utilizzo dello zucchero a velo anzicchè lo zucchero semolato) e non è troppo dolce quindi perfetta per dei biscotti decorati con la glassa reale (che invece è zucchero puro!).






Ingredienti per 80 biscotti circa:
500 gr di farina
250 gr di burro molto morbido
140 gr di zucchero a velo
3 tuorli
1 uovo intero
1 pizzico di sale
scorza grattata di limone non trattato

Per la ghiaccia reale:
250 gr di zucchero a velo
1 albume
qualche goccia di limone

Togliere il burro dal frigo e tagliarlo a pezzi almeno due ore prima. Mischiare lo zucchero con il burro poi aggiungere in sequenza la scorza di limone grattata, l'uovo, i tuorli e metà della farina. Quando l'impasto sarà ben amalgamato si aggiunge l'altra metà della farina. Non appena il composto risulterà omogeneo, avvolgerlo con una pellicola e lasciarlo riposare per almeno due ore.
Stendere una sfoglia di circa 4 mm e ritagliare a piacere. Sistemare i biscotti su una teglia da forno rivestita di carta da forno e rimettere in frigo per 1 ora. Cuocere in forno preriscaldato a 180° fino a che non saranno dorati (15-20 minuti dovrebbero essere sufficienti). Lasciarli raffreddare per bene prima di decorarli.
Per la glassa reale consiglio di non versare tutto l'albume sullo zucchero ma di cercare (non è semplice lo so) di metterne prima metà e poi di regolarsi con la consistenza. A me serviva una ghiaccia piuttosto soda per poter fare dei disegni abbastanza sottili e precisi e non ho messo tutto l'albume.
Decorarli con l'aiuto di un sac a poche e lasciarli seccare almeno tutta la notte.
Mirarli e mangiarli! Buon appetito.

mercoledì 14 dicembre 2011

Biscotti di vetro per un Natale sostenibile

Che si vogliano regalare, mangiare o appendere all'albero, questi biscotti fanno davvero scena e sono semplici da realizzare. Questo secondo progetto dello Chef itinerante è dedicato al Natale (o meglio a Santa Lucia visto che sono arrivati proprio per il 13) e a tutti quelli che lo aspettano per un anno, a quelli che invece non vedono l'ora che passi e a quelli che in un modo o in un altro ne rimangono incastrati. Biscotti di vetro per tutti, perchè sia un Natale dolce, croccante ed ecologico.
In rete si trovano varie versioni (di frolle ce ne sono di tutti i tipi e per tutti i gusti), ma per questi biscottini così leggeri ho scelto una ricetta di base di Sua Eccellenza (il solito Felder) e come al solito è stato un successo! La frolla è croccante e delicata, non dolce e si sposa bene con le caramelle. Belli e buoni e cosa vuoi di più?





Ingredienti per 80 biscotti circa:
250 gr di farina 00
140 gr di burro a pezzetti
100 gr di zucchero
1 tuorlo
caramelle dure
buccia di limone bio grattata (facoltativo)

Setacciare la farina, aggiungere i pezzettini di burro abbastanza morbido ma non caldo e lo zucchero. Lavorare con la punta delle dita pizzicando il burro fino ad ottenere un impasto omogeneo. Aggiungere poi il tuorlo e impastare fino a ottenere una pasta soda e liscia. All'inizio sembrerà necessario aggiungere un'altro tuorlo ma poi lavorando il miracolo si compirà. Avvolgere con della pelicola per alimenti e lasciar riposare per 2 ore al fresco.
Stendere la pasta e ritagliare a piacere. L'unica attenzione da fare è quella di scegliere un buco non troppo largo in modo che la pasta non si spezzi. Sistemare su una teglia rivestita di carta da forno e rimettere in frigo per altre due ora. Poco prima di tirarle fuori dal frigo, scaldare il forno a 170° e frantumare le caramelle. Attenzione alle caramelle!!! Io ho scelto, per risparmiare e perchè non mi pare che di caramelle dure ce ne sia una gran scelta, delle caramelle assortite arancia e limone fatte con succo di frutta. Errore madornale! Se c'è un ripieno dentro o qualcosa che gli somigli, quando si va a frantumare resta un'anima morbida tutta collosa che non si riesce a sistemare e tutta unaserie di granelli trasparenti appiccicaticci. Consiglio di scegliere delle caramelle che siano dure, punto e di frantumarle immediatamente prima di cuocerle.
Allora, dicevamo, infornare i biscotti per una decina di minuti, toglierli e sistemare al centro di ogni buco una mangiata abbondante ma non traboccante di caramelle frantumate (io ho messo anche un pochino di buccia grattata di limone) e continuare la cottura. Quando il caramello comincia a sfriccicare e i biscotti sono dorati allora tirare fuori e lasciare freddare sulla carta da forno finchè il caramello non si indurisce. Si possono anche decorare con ghiaccia reale oppure semplici. Buon decoro e buon appetito!

lunedì 12 dicembre 2011

lemon curd e un nuovo progetto









Parte con una ricetta semplice ma molto efficace un nuovo progetto che avevo in testa da tempo. Arruolate nuove forze si parte con lo Chef itinerante (di cui parlerò meglio in un altro post), la cucina come luogo di conoscenza, aggregazione e scambio, il cibo come esperienza, emozione, opportunità. Lo Chef itinerante per la sua prima ricetta ha migrato al sud, nelle terre salentine e ha rapito il caldo, il profumo e il colore di questo caldo autunno pugliese racchiuso nei limoni (ma erano solo limoni, a me parevano dei pompelmi!) di Nonna Marisa.
La ricetta originale è presa da quà ma l'ho leggermente modificata e riporto la mia versione.


Lemon curd - ingredienti per un vasetto grande (non come quello della foto)
3 uova
3 limoni medi non trattati (i miei erano giganteschi e ne ho usati 2 e un pò)
70 gr di burro
100 gr di zucchero

Fare sciogliere il burroa fuoco dolce con la buccia grattugiata di un limone. A parte spremere i limoni e filtrare il succo e sbattere le uova. Non appena il burro si sarà ben sciolto incorporare lo zucchero, tutto in una volta e continuare a mescolare fino a quando non si sarà sciolto. Appena lo zucchero si sarà sciolto aggiungere a filo il succo di limone, poi le uova, continuando a mescolare. Quì fate molta attenzione al fuoco che sia molto basso e mescolate attentamente altrimenti l'uovo si rapprende e succede un patatrac! Per almeno 10-15 minuti continuare a mescolare incessantemente in modo da ottenere una crema omogenea e ben compatta. Non appena si sarà ottenuta una crema densa togliere dal fuoco, disporla in uno o più vasetti e lasciarla raffreddare a temperatura ambiente. 
Prima di utilizzarla è importante lasciarla riposare in frigorifero per una intera notte.
Ottima come base per crostate o anche per i biscotti occhio di bue o da accompagnare a piatti salati.
Buon appetito!

martedì 6 dicembre 2011

Il primo bacio


 Ci sono cascata anch'io. Sarà l'autunno con i suoi colori e i suoi sapori, sarà che fa freddo e il freddo lo associo automaticamente al cioccolato e sarà anche perchè la ganache avanzata della sacher cercava disperatamente di attirare la mia attenzione ogni volta che aprivo il frigo e magari perchè ho un deficit di coccole, alla fine ho ceduto ai baci. La ricetta è quella piemontese quindi con le nocciole non con le mandorle ed è di Luca Montersino, la si trova un pò dovunque in rete ma la riporto di seguito.

Ingredienti per 60-70 bacetti:
250 gr burro morbido
200 gr zucchero
1 tuorlo piccolo
250 gr farina 00
250 gr farina di nocciole (io ho usato nocciole intere poi frullate in maniera molto fine)
1tsp essenza di vaniglia (per me una punta di cucchiaino di polvere di vaniglia bio)
1 pizzico di sale
cioccolato fondente (io ho riciclato la ganache di copertura della sacher, quindi cioccolato fondente + panna liquida)

Tirare fuori dal frigo il burro e l'uovo diverse ore prima in modo da averli a temperatura ambiente quando si inizia. Frullare le nocciole con parte dello zucchero (lo zucchero serve ad assorbire l'olio rilasciato dalla frutta secca quando si scalda nel frullatore). Lavorare il burro morbido con lo zucchero, aggiungere il tuorlo, la vaniglia e il pizzico di sale. Aggiungere la farina e la polvere di nocciole e lavorare velocemente per ottenere una palla compatta. Far riposare l'impasto in frigorifero per almemo 6 ore (io l'ho lasciata tutta la notte). Formare delle palline piccole e disporle sulla teglia rivestita distanziandole bene. Lasciare riposare ancora 1 ora (almeno) in frigorifero. Accendere il forno statico a 140°C e cuocere per circa 25'. I baci devono essere sfornati quando sono ancora chiari e friabilissimi. Lasciare raffreddare completamente prima di accoppiarli con il cioccolato sciolto a bagnomaria. Consiglio di girare la metà dei baci sulla teglia e di farcirli tutti insieme con l'aiuto di un sac a poche e poi ricoprirli con l'altra metà. Lasciare asciugare qualche ora, il giorno dopo sono più buoni. Buon appetito!

giovedì 1 dicembre 2011

l'albero, le tradizioni e i compromessi

L'albero di quest'anno (lo stesso che utilizziamo da quanto, 8 anni?) è già addobbato e sbrilluccica davanti alla finestra. In barba alla tradizione della casa che vuole l'8 dicembre come giorno deputato ai lavori natalizi, è già lì che ci ricorda che tra poco arriverà il Natale. Quando arriva arriva diceva qualcuno ... ed è implacabile. Si porta dietro una cascata di cose da fare, persone a cui pensare e situazioni da organizzare. Vabbè, mi lamento ogni anno ma poi ogni anno mi diverto. Le decorazioni dell'albero quest'anno sono il frutto di due acquisti superscontati, due splendidi libri di lavoretti da fare con i bimbi di Richard Scarry. Niente festoni dorati o palline che invogliano a giocarci a calcio ma semplici fogli di carta colorati e ritagliati. Semplice, ecosostenibile e colorato.



A fargli compagnia qualche piccolo giochino Ikea, anche questi vecchi, mezzi rotti e chissenefrega!



mercoledì 30 novembre 2011

Patisserie, Felder e la frolla montata




Eccolo quì. Ho montato una mensola bella in alto quasi solo per lui. Ho rubato un libro di francese a mia madre per riuscire almeno a leggerlo (ho detto leggerlo non capirlo). E' lui. L'indispensabile. Esagerata? Forse, ma adoro Christophe Felder. Le sue ricette sono meravigliose, semplici, eleganti. Non è il tipo che strafà con gli ingredienti e neanche quello dalle ricette arzigogolate con ingredienti pesati al grammo. Chiaro, efficace. Cosa vuoi di più da un uomo. :)
Beh, per cominciare sono andata sul facile. Volevo preparare dei pasticcini di frolla montata, sulla rete ce ne sono moltissimi, molto diversi tra loro, i libri di cucina straripano delle varianti più o meno appetibili. Ma io ho lui e vado sul sicuro.... almeno spero! Ma si si.







Ecco a voi la ricetta presa pari pari dalla Bibbia Rosa:
375 gr di farina 00
250 gr di burro molto morbido
150 gr di zucchero a velo 
12 cl di latte a temperatura ambiente
1 cucchiaino di vaniglia liquida (io avevo quella in polvere Bio e l'ho sciolta nel latte)
1\2 bacca di vaniglia (non l'avevo e ho fatto senza)

Setacciare la farina. in un recipiente mescolare insieme con l'aiuto di una spatola il burro e lo zucchero a velo. Incorporare il latte e la vaniglia. Quando il composto sarà omogeneo, aggiungere la farina setacciata, i grani di vaniglia e finire di mescolare tranquillamente. Ricoprire una teglia con la carta da forno. Mettere il composto in un sac a poche e formare i biscotti. Lasciare riposare 30 minuti a temperatura ambiente. Intanto accendere il forno a 180°. Quando la pasta si sarà leggermente asciugata, infornare per 15-20 minuti. Lasciar freddare e ... buon appetito!


Ne ho fatta anche un'altra variante semplicemente inzuppando mezzo biscotto freddo nel cioccolato fondente (200 gr circa) sciolto a bagnomaria, ed ecco il risultato.

 

giovedì 24 novembre 2011

nuova torta stavolta all'ananas

Quasta torta è il frutto delle confezioni rismarmio. Sai quando compri le mega offerte da 36 vasetti di yogurt tutti i gusti e c'è sempre il gusto che non piace a nessuno e che rimane in fondo al frigo per mesi, ecco, più o meno così è andata per il vasetto di yogurt all'ananas che nessuno ha voluto. Non sono passati mesi ma la data di scadenza si avvicinava e allora invece che finire nel secchio è finito nello stampo. Il tutto condito con pezzi di ananas fresco. Il risultato a giudicare dalla velocità con cui è stata mangiata è ottimo!

1 vasetto di yogurt all'ananas
2 vasetti di farina 00
1 vasetto di fecola di patate
2 vasetti di zucchero di canna
1 vasetto scarso di olio di semi
3 uova
1 bustina di lievito per dolci (io utilizzo il Cremor tartaro)

Sbattere bene le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungere la farina e la fecola setacciate insieme al lievito, l'olio e lo yogurt. Spolverare con zucchero di canna. Infornare a 180° in forno preriscaldato per 35 o 40 minuti. Buon appetito!

mercoledì 23 novembre 2011

Dieci buoni motivi per volere una Doula

 

1) La figura professionale della Doula è quella di una facilitatrice della migliore esperienza di maternità.

2) Aiuta i genitori a fare scelte informate e consapevoli durante la gravidanza e il parto.

3) Come esperta di maternage accompagna e sostiene i genitori nel loro personale e unico percorso, rafforzando la loro fiducia in sè stessi e nelle loro competenze in un clima di non giudizio.  
4) La doula garantisce continuità durante tutto il percorso nascita e nel puerperio.
 

5) Accompagna la donna in travaglio e durante il parto, praticando massaggi e sostenendola nelle posizioni che sente più congeniali per lei.
 

6) E' un aiuto prezioso per le madri giovani, single e nei casi in cui il compagno non può essere presente.
 

7) Offre un supporto pratico ed emotivo concreto anche dopo il parto, per tutta la durata del puerperio e anche oltre.
 

8) Accompagna la madre nell'avviamento dell'allattamento e offre un costante aiuto informato alla coppia.

9) Aiuta il comagno ad affrontare e vivere pienamente la nascita del bambino

10) La Doula aiuta a vivere la nascita in maniera informata, competente e attiva, in un clima accogliente e nel rispetto delle singole identità culturali, religiose e personali.

venerdì 11 novembre 2011

san martino


La leggenda di San Martino
In un freddo giorno d'inverno un ufficiale romano attraversa, ritto sul suo cavallo, la porta della città di Amiens. Egli vede un mendicante e si impressiona molto perché questi é nudo. Cosa mai fare? Evidentemente finora nessuno aveva avuto pietà di lui, nessuno gli aveva dato qualcosa con cui potesse difendersi dal freddo! Il cavaliere pensa tra sé e sé: che questo povero stia seduto proprio qui e ora, non è un caso. Io passo di qui proprio adesso per poterlo aiutare. E Martino, così si chiamava l'ufficiale, decise subito, prese la spada e dato che non aveva null'altro, tagliò in due il suo mantello e ne diede una metà all’uomo che stava gelando. Poi si riavvolse nella metà che gli rimaneva e rapidamente riprese la sua strada. Ma nella notte successiva fa un sogno: gli appare Gesù che porta come veste il pezzo del mantello che lui aveva donato. La visione non lo abbandona e trasforma la sua vita. Il giorno dopo, nel suo diciottesimo anno, egli chiede il battesimo e diventa cristiano. Subito abbandona definitivamente il servizio delle armi e dedica la sua vita all'amore di Cristo. Così Martino si fece monaco nei pressi della città di Tours e da allora si adoperò per la propagazione del Cristianesimo nella popolazione delle Gallie, facendo molti viaggi per predicarlo nella Francia centrale ed occidentale, soprattutto nelle aree rurali. Nel corso di questa opera egli divenne estremamente popolare, e nel 371 d.C. fu nominato vescovo di Tours. Qui la leggenda racconta che dapprima egli, modesto come era, era riluttante a assumere questa carica, motivo per cui si nascose in una stalla piena di oche. Ma il rumore fatto da queste rivelò il suo nascondiglio alla gente che lo stava cercando per farlo vescovo.
Pare che da questo fatto sia venuta l’usanza, molto diffusa anche nella nostra campagna, di festeggiare la ricorrenza di San Martino l’11 novembre con un bel pranzo a base di arrosto di oca! 

La tradizione vuole che questo giorno venga accompagnato dalla luce delle lanterne costruite con i bambini per l'occasione, si cantano canzoni e si leggono fiabe. Molti fanno anche dei biscotti sagomati per l'occasione a forma di cavaliere o di lanterna. Buona serata!

martedì 1 novembre 2011

Excuse moi Monsieur Sacher.



Le origini della più famosa torta al mondo, la Sacher Torte originale, sono da far risalire al 1832, quando un'apprendista pasticciere di 16 anni di nome Franz Sacher, mentre sostituiva lo chef che era sul letto di morte presso la corte del Principe Metternich, creò un dessert per degli ospiti particolari: La Sacher Torte Originale.
I suoi sforzi furono del tutto ripagati dal pieno successo riscosso. 

Fino ad oggi la ricetta della Sacher Torte originale, che prevede esclusivamente l'utilizzo di prodotti puramente naturali senza conservanti, è un segreto molto ben conservato dell'Hotel Sacher.
La Sacher Torte Originale è, inoltre, protetta da un marchio di fabbrica e, ad oggi, non ci sono licenze per la rivendita di questo prodotto o altro in nessuna parte del mondo.
Per garantire la conservazione ottimale di questa specialità, viene raccomandata una conservazione ad una temperatura tra i 16°C e i 18°C.
La Sacher Torte Originale viene servita al suo meglio con panna montata non dolce e una tazza del Caffè Sacher Originale o the.




La mia ricetta invece è lontana dall'essere memorabile come quella originale ma era la mia prima volta e (come si sa) non è mai la migliore. Dopo una lunga ricerca avevo scelto la ricetta (ne esistono davvero un'enormità) che mi sconfinferava di più, un pò aggiustata in corso d'opera, ma il risultato non è dei migliori. La mia bestia nera è l'albume a neve (roba da poco per una che sogna di fare la pasticcera!). Sicuramente io sbaglio qualcosa, o li monto troppo poco o non mescolo abbastanza dolcemente (oppure come in questo caso si sveglia il bimbo proprio a metà dell'opera), ma il composto non risulta mai soffice ed umido come dovrebbe. Dovrò esercitarmi parecchio e magari provare anche qualche altra versione, che ovviamente allego di seguito. Molte ricette della Sacher prevedono tempi di cottura biblici (1 ora e oltre), ma io l'ho sfornata dopo 50 minuti ed era anche troppo "biscottosa".
Scriverò la ricetta così come l'ho eseguita ma la prossima volta sicuramente farò degli aggiustamenti. Presterò più cura agli albumi e forse sarebbe anche meglio incorporare prima la farina ed infine gli albumi a neve. La cottura del forno rimane da sperimentare. 50 minuti bastano secondo me, ma è da verificare.

Ingredienti per uno stampo di 20 cm
140 gr di farina
140 gr di burro
110 gr di zucchero a velo
un bacello di vaniglia
130 gr di cioccolato fondente
330 gr di marmellata di albicocche (ce ne vorrebbe anche di più)

Per la glassatura:
100 gr di cioccolato fondente
150 gr di zucchero semolato
0,8 dl di acqua

Per la scritta:
50 gr di cioccolato
25 gr di panna fresca

Lavorare il burro fino a renderlo cremoso e mescolarlo con lo zucchero a velo e il bacello di vaniglia. Separare i tuorli dagli albumi e unire i primi, uno alla volta, al composto di zucchero. Sciogliere il cioccolato a bagnomaria, lasciarlo intiepidire e mescolarlo alla crema di burro. Montare a neve gli albumi con un pizzico di sale e amalgamarli con delicatezza. Unire la farina setacciata e mescolare tutti gli ingredienti sempre con molta delicatezza. Versare l'impasto in uno stampo a cerniera imburrato e rivestito di carta da forno e cuocere in forno già caldo a 170° per un'ora. Lasciarla riposare e trasferirla su una graticola.
Scaldare la marmellata e passarla al colino. Tagliare a metà la torta e farcirla con la marbellata di albicocca aiutandosi con un pennello da cucina. Ricoprire e spennellare abbondantemente anche sopra e ai lati.
In una casseruola sciogliere lo zucchero nell'acqua, portare ad ebollizione e togliere dal fuoco. Aggiungere il restante cioccolato rimasto e mescolare fincè non sarà sciolto completamente. Lasciare intiepidire (molto, deve risultare una bella crema densa) mescolando continuamente (e quì ci si fanno i muscoli!) per evitare che si formi la crosticina in superficie. Versarla sulla torta lasciando che coli in abbondanza sui bordi. Lasciare asciugare per un paio d'ore. 
Per la scritta, fare bollire la panna in un pentolino e versarla sopra il cioccolato tritato. Mescolare finchè il composto non risulterà omogeneo. Mettere in un sac a poche e procedere con la scritta.
Beh, la prossima spero che venga sicuramente meglio.
Buon appetito!

Altri link dove trovare ispirazioni:
Sigrid
la versione di  Luca Montersino
Misya 
buonissimo 
dolce pasticceria 
anice e cannella
dolci a go go 
fior di frolla 
torte al cioccolato 

domenica 30 ottobre 2011

cantucci golosi

Non ho saputo resistere alla tentazione del classicone. Mandorle salentine e fondente nero, gnam gnam.



Ingredienti per tanti tanti cantucci (io ho dimezzato le dosi):
400 gr di farina
250 gr di zucchero
100 gr di mandorle intere  
100 gr di cioccolato fondente
2 uova
3 tuorli
2 cucchiaini di Cremor tartaro
un pizzico di sale
Sbattere le uova e i tuorli con lo zucchero finché il composto diventa bianco e spumoso. Setacciare la farina con il sale e il lievito eaggiungere alle uova. Tritare in maniera grossolana il cioccolato e aggiungerlo insieme alle mandorle al composto. Impastare e dividere in 4 porzioni. Formare con ogni porzione un filone largo 4 cm e alto 2 cm. Disporre su una teglia da forno rivestita con carta da forno. Spenellare la superficie con un uovo sbattuto e infornare in forno preriscaldato a 180° per 25 minuti. Togliere dal forno, tagliare i cantucci diagonalmente con un coltello affilato. Disporre i biscotti sulla teglia e infornare di nuovo per una decina di minuti, finché siano dorati.
Buon appetito!

mercoledì 19 ottobre 2011

cake di ricotta, caffè e mandorle a scaglie

Poco da dire su questa torta, ricotta e uova da consumare e voglia di pasticciare. Ennesimo caro vecchio ciambellone di ricotta con gocce di cioccolato? Proviamo una versione nuova che poi di nuovo non ha molto. Ci sono alcuni che prendono la ricotta nel caffè, personalmente non l'ho mai capita come abitudine ma nei dolci lievitati la ricotta prende il posto del burro e li rende morbidi e il caffè gli dà carattere. Tentiamo dunque.


Ingredienti:
250 gr di farina
250 gr di ricotta (meglio di pecora)
200 gr di zucchero (per me integrale di canna)
2 uova
1 bustina di Cremor tartaro
alcune gocce di essenza di rum
1 tazzina di caffè ristretto
mandorle a scaglie

Accendere il forno a 180°. Sbattere le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungere la ricotta e setacciare insieme la farina e il lievito. Aggiungere alcune gocce di essenza di rum. Continuare a mescolare. Versare 1\3 dell'impasto in uno stampo da plumcake ben imburrato. Aggiungere al restante impasto la tazzina di caffè. Versare nello stampo e ricoprire con le mandorle. Infornare per 40 minuti. Controllare la cottura, se le mandorle cominciano a dorare ma la torta non è ancora cotta allora rivestirla con alluminio. Fare la prova dello stecchino. Lasciare freddare su una grata per dolci. Buon appetito!

I miei brutti ma buoni

Questa è una mia personale dedica a Mariapia Veladiano ed al suo La vita accanto che sarà al centro della discussione di domani sera del gruppo di lettura. La versione originale non prevede il cacao ma un pizzico di colore e di gusto in più non guasta affatto. La ricetta è questa e per comodità la ricopio di seguito.

Ingredienti:
2 albumi
125 gr di nocciole tostate e ridotte in granella
150 gr di zucchero
2 cucchiai di cacao amaro

Accendere il forno statico a 150°. Montare a neve ben ferma gli albumi. Setacciare insieme e aggiungere agli albumi a piccole dosi lo zucchero con il cacao. Mescolare delicatamente con movimenti dall'alto verso il basso in modo da incorporare quanta più aria possibile. Aggiungere la granella di nocciole. Versare il composto in una casseruola e mettere su fuoco moderato con uno spargifiamma. Mescolare continuamente finchè, dopo qualche minuto,  il composto comincerà ad attaccare alla casseruola. Togliere immediatamente e formare delle piccole noci su una teglia rivestita di carta da forno aiutandosi con due cucchiaini. Infornare a 150° per 25 minuti. Lasciare freddare sulla teglia (è importante perchè se provate a staccarli prima si spezzeranno lasciando il fondo sulla carta) e... buon appetito!

lunedì 17 ottobre 2011

torta di mele - ricetta storica rivisitata


Era tanto che mi andava di fare una bella torta di mele e qual migliore occasione di una giornata fredda dai colori autunnali che rivela quattro mele nel fondo del cestello del frigo? Mi sono messa alla ricerca di una buona ricetta e devo dire che sul web e sui libri ce n'è per tutti i gusti. Ma visto che questa è la mia prima torta di mele non mi sono voluta staccare dalla tradizione ed ho trovato varie ricette della storica torta di mele ferrarese. Quella che mi è piaciuta di più è presa dal blog di Sigrid ed è senza burro (grande qualità secondo me), ma l'ho leggermente modificata secondo i miei gusti.

Ingredienti:
4 mele
180 gr di farina 00
150 gr di zucchero
2 uova
la buccia grattata di mezzo limone
2 cucchiaini di Cremor tartaro (la ricetta prevedeva un cucchiaino di lievito)
100 gr di ricotta (al posto di 7 cl di latte) per mantenerla più morbida

Sbucciare le mele, taglarle a fettine e irrorarle con il succo di limone. Sbattere a lungo le uova con lo zucchero, fino a ottenere un composto chiaro e molto spumoso. Sempre mescolando, incorporare la farina, la ricotta, il lievito e la buccia grattugiata. Versare il tutto in uno stampo rivestito con carta da forno e disporre le fettine di mela sulla superficie della torta, premendo un po’. Spolverare con un cucchiaio di zucchero di canna, distribuire il burro a fiocchetti in superficie e infornare a 170° in forno preriscaldato per circa 45 minuti. Fare la prova dello stecchino come verifica ;)
Lasciar riposare e buon appetito!

Approfitto del post per linkare diverse ricette di torte di mele da sperimentare prossimamente:
la raccolta di essenza di vaniglia
questa versione di cookaround e anche questa senza burro 
e una torta di mele molto ricca di gatinha78 ma sul suo sito si trovano molte varianti interessanti.
Cercando altro poi mi sono imbattuta in questo succosissimo contest di profumi & sapori

mercoledì 12 ottobre 2011

Pizza - la dose perfetta!

maledette intolleranze!

Ho una voglia matta di dolci e non c'è praticamente nulla che posso mangiare.... farina bianca NO, lievito NO (di qualsiasi tipo), zucchero NO, burro e latte NO, uova NO, cioccolato e cacao NO. Quindi? Per fortuna non sarà un'astinenza definitiva ma per adesso bisogna attrezzarsi. Cerca e ricerca ho scoperto il mondo vegan fatto di consigli e ricette niente male. Certo, non saranno i frollini di Hermè ma sono leggeri (questo e poco ma sicuro, non 'è praticamente niente!), dolci e buoni.



Biscotti secchi al limone Vegan

300 gr di farina integrale o di kamut
1 cucchiaio di zucchero di canna
3 cucchiai scarsi di olio di riso
scorza di limone non trattato grattata
succo di limone
latte di riso q.b.

Procedimento facile facile, mischiare tutti gli ingredienti (anche il mixer va benissimo) e lasciare riposare per 15-20 minuti, poi stendere e ritagliare a piacere.
Buon appetito poveri intolleranti come me!

venerdì 7 ottobre 2011

Bye genius.

cioccolato e rosmarino per salutare l'autunno

Credo che il sapore di un libro dipenda molto dallo spirito di chi lo legge, da come lo incontra in quel momento e da quali recettori emotivi il lettore ha acceso. Lo stesso libro letto in fasi diverse della vita può lasciare sensazioni completamente diverse. Gilberto Severini mi ha trovata in una fase molto particolare della mia vita in cui mi basta una parola per perdermi per sempre. Grandi cadute e fugaci colpi di reni per tentare la risalita, non ci sono equilibri costanti, non c'è moderazione. Ho fatto fatica a leggerlo con scorrevolezza. Mi sono appuntata piccole perle, frasi belle davvero, in cui mi rispecchiavo per similitudine o contrario ma nel complesso mi ha lasciata abbastanza indifferente e mi ha fatto poca compagnia. Un pò per reazione a questa "apatia" sperimentiamo un dolce che aspira ad essere qualcosaltro, aghi di rosmarino che incontrano rozzi pezzi di cioccolato fondente, il tutto accompagnato da un infuso di fiori di sambuco bio (diluito mi raccomando!), ricordo del Biosalus di Urbino.




Ricetta da Sale & Pepe di questo mese
200 gr farina 00
80 gr farina integrale di farro
150 gr di cioccolato al 70%
120 gr di zucchero di canna
2 cucchiaini scarsi di lievito per dolci
1,8 dl di latte
3 uova
2 dl di olio extravergine di oliva
2 cucchiai di aghi di rosmarino
sale

Scaldare a fuoco basso l'olio con gli aghi di rosmarino per 3 minuti circa, poi spegnere e lasciare freddare. Poi filtrare e tenere da parte l'olio e il rosmarino.
Emulsionare con delle fruste l'olio, il latte e le uova. Mescolare in una ciotola le due farine, un pizzico di sale, il lievito e lo zucchero. Aggiungere l'emulsione e mescolare bene con una spatola. Unire il cioccolato tritato grossolanamente e metà del rosmarino. 
Versare in una teglia rivestita da carta da forno e cuocere in forno preriscaldato a 180° per 45 minuti circa (fare sempre la prova dello stecchino). Sfornare e fare raffreddare su una griglia.
Buon appetito!

domenica 25 settembre 2011

che non si dica che penso solo a magnà!


Sul web impazza una discussione su diversi terreni che parte dallo "schiaffo" (io sono ferma li ma magari è diventato altro nel frattempo) di Stoccolma e arriva fino a Tata Lucia passando per Gekina (oddio anche quì nel mio blog!) e Alessandra Bortolotti. Non voglio esprimere anche quì una mia opinione, chi mi conosce sa come la penso, ma credo sia utile farci un salto per capire che aria tira e per ampliare i punti di vista in merito alla genitorialità e all'educazione.
lettera di Alessandra Bortolotti alla redazione di mattino cinque
il post di Gekina
il libro tanto criticato
Che dire, buon viaggio!

Il primo Hermè non si scorda mai

Eh già, proprio così, perchè a me quel cavolo di sac à poche mi ha sempre suscitato un certo timore reverenziale e alla fine non ci ho mai provato. Ma quella ricetta era lì che mi tentava, gira e rigira mi capitava sempre davanti. Poi un giorno, complice l'incontro del gruppo di lettura (che saluto e ringrazio), mi sono lanciata nell'esperimento ed è stato più facile del previsto. La ricetta è ssolutamente veloce e sei esegue senza alcuna difficoltà. Con il sac à poche non ho neanche litigato più di tanto e per essere la prima volta mi è andata bene. Sul risultato devo affidarmi ai commenti di chi li ha assaggiati perchè con le mie intolleranze non mangio praticamente più niente! Di questo ne parleremo in seguito....



La ricetta è quella della frolla montata al cacao di Pierre Hermè (mica cavoli): 

Ingredienti:
130 gr farina 00
15 gr cacao amaro
125 gr burro morbido
50 gr zucchero a velo
un pizzico di fior di sale
1 albume leggermente sbattuto (40 gr circa)

Accendere il forno a 180° e togliere la teglia in modo che non sia calda.
Setacciare la farina con il cacao. A parte lavorare il burro con una frusta (o cucchiaio) sino ad ottenere una crema. Aggiungere lo zucchero e il sale e lavorare sino ad ottenere un composto omogeneo. Aggiungere l'albume alla crema, incorporare la miscela di farina e cacao e mescolare il tempo indispensabile affinchè il composto risulti omogeneo (meno si lavora la frolla più rimarrà friabile).
Mettere il composto nella sac à poche con becco a stella e formare delle S sulla teglia rivestita da carta da forno. Cuocere per 10-12 minuti.
Lasciare freddare prima di togliere dalla teglia.
Buon appetito!


venerdì 26 agosto 2011

disegni di zucchero

Sempre a proposito dell'annosa diatriba forma-sostanza. Mi vengon in mente frasi celebri di film, parole di canzoni ma sono una pessima attrice e non ho una bella voce. Mi piace giocare però (o forse no), mi piace sognare e a volte realizzare i sogni, concretizzare le idee. Più o meno questo il senso di questi biscotti che si portano dietro tutto il retaggio del mio passato, la mia formazione e la mia inclinazione a cercare il bello. Che fregatura la pubblicità! Orrenda figlia di Afrodite e Consumismo, bugiarda ammaliatrice.
Tutta la fatica fatta per farli varrà pure un pò di prosopopea :)






Ingredienti per l'impasto chiaro (frolla classica):
1 Kg di farina 00
500 gr di burro di buona qualità
500 gr di zucchero di canna
10 tuorli (conservare sempre gli albumi a parte)
sale q.b.
la buccia grattata di 3\4 limoni grossi e un pò di succo (regolarsi con la consistenza dell'impasto)
Mischiare tutti gli ingredienti (io uso il mixer), fare una palla, avvolgerla nella pellicola e lasciarla riposare in frigo per almeno un'oretta. Trascorso il tempo stendere la parta e taglarla a piacere. Cuocere in forno preriscaldato a 180° per 15 minuti circa. Per i tempi di cottura bisogna conoscere il proprio forno, quindi regolarsi con la doratura dei biscotti. Quando saranno ben dorati, prima che i bordi comincino a scurirsi toglierli e lasciarli freddare.


Ingredienti per l'impasto al cacao (l'impasto di Natalia):
350g di farina
1 uovo
200g di burro
150g di zucchero di canna
30g di cacao amaro
Amalgamare tutto, fare una palla, coprire con la pellcola trasparente e lasciare riposare in frigo per 30 minuti. Stendere una sfoglia alta più o meno 6 mm e tagliare a piacere. 
Suggerimento, per l'impasto scuro non fare forme troppo grandi perchè rischia di spezzarsi.


Decorazioni:
una volta che i biscotti saranno freddi (io di solito lo faccio il giorno dopo), decorarli con la ghiaccia reale. Esistono dei preparati già pronti da diluire semplicemente con acqua q.b. fino al raggiungimento della consistenza desiderata oppure si può procedere con il vecchio metodo del quale allego la ricetta.
Una volta preparata, la ghiaccia si può colorare con dei coloranti per alimenti o con del cacao amaro in polvere. Spazio alla fantasia.

200g di zucchero a velo

un albume

qualche goccia di succo di limone

Sbattere l'albume, amalgamare poco alla volta lo zucchero a velo ed infine aggiungere il succo di limone. Se dovesse risultare troppo liquido aggiungere altro zucchero a velo.